Che i social media fossero un nuovo metodo di approccio, di scambio e di interazione, lo sapevamo tutti. Che qualcuno li utilizzasse per ‘provarci’, era prevedibile.
Che esistessero elementi così infoiati che al solo sospetto che dietro un profilo Facebook apparentemente ambiguo ci fosse un’occasione di accoppiamento, davvero no.
Per lavoro mi occupo di seguire un profilo ed una pagina fan di Facebook per un noto Centro Commerciale della zona milanese, una scelta innovativa fatta dal marketing interno da più di un anno per entrare in contatto con la propria utenza e magari, riuscire a fidelizzarla, ampliarla e servirla ancora meglio. In perfetto stile 2.0.
L’intento era quello avere un nuovo canale di comunicazione, in real-time, in un luogo che i tuoi clienti conoscono bene e dove sono già presenti, per comunicargli immediatamente le news, le iniziative e tutto il resto.
Ma leggete in cosa mi sono imbattuto (messaggio privato) dopo poche ore dall’apertura del profilo.
Ho censurato per ovvi motivi sia il nome del cliente che del tizio ‘avventurosamente’ arrapato.