Nelle settimane scorse ho scritto un post per dare la mia opinione sul nuovo programma di LA7, il Contratto, intrattanendo poi interessanti chiacchierate con chi ha avuto la voglia di leggerlo e commentarlo.
La mia tesi era quella di uno stanco di vedere in tv non tanto i programmi spazzatura (L’isola dei Famosi, il Grande Fratello, il TG4, Porta a Porta, Matrix sul caso Avetrana, Domenica 5, Verissimo e altre amenità) che ormai ho imparato ad ignorare, tanto quelli che ti vengono presentati in modo nuovo, pulito, che nascono per dare un servizio, per intrattenere in modo intelligente….e poi sono solo lo sfruttamento di un tema per cui la gente è interessata, ma non è detto che sappia come affrontare.
Mi spiego. E’ chiaro che il tema ‘occupazione’ è caro a tutti, ma non è detto che il modo migliore per parlarne in tv sia quello di proporre un programma come questo. Tutti siamo interessati alla risoluzione dei casi di cronaca nera, ma non è detto che una trasmissione di approfondimento giornalistico debba diventare uno dei peggiori rotocalchi per 2 ore, scendendo nei dettagli più macabri della vicenda ‘perchè è questo che la gente vuol sentire e vedere’. Sennò secondo questa logica, dovrebbero mettere i porno almeno 6 ore al giorno, perchè milioni di giovani (e non solo) vorrebbero vedere quello, è abbastanza chiaro no?!
Ho già detto che mi avrebbe fatto più piacere ad esempio che venisse fatto un programma simile, ma centrato su quei ragazzi laureati che vanno all’estero, perchè braccati da un sistema che li uccide. Sui ricercatori che scelgono di andare a Oxford, invece che studiare qui le staminali, perchè il barone dell’università ha dovuto piazzare il figlio dell’onorevole.
Tornando a Il Contratto, mi ero ripromesso di scrivere un post dopo averlo visto, per vedere se la mia posizione fosse frutto di preconcetti e pregiudizi o meno.
Bene, l’ho visto e rimango della mia idea. Il programma è ben fatto, ben condotto e la selezione appare essere esattamente in linea con quanto annunciato. E’ innegabile però ammettere che ci sono molti punti stucchevoli, come l’opinione dei genitori sui colloqui dei figli. Molto carine le domande alle spalle, anche se solo la seconda e la terza erano davvero ‘alle spalle’, ma ti vengono fatte da un altro candidato nella realtà. E anche questo conta molto.
Mentre andavano le immagini delle prove simulate, le stesse si concludevano con un post-colloquio con una psicologa (corretto?): lì i candidati sono usciti dal colloquio, sono di nuovo liberi di dire e fare quel che vogliono…eppure, giustamente, la selezionatrice prendeva grandi appunti sulle reazioni, sul pianto di Manuela o sull’autoanalisi degli altri due. Tutto questo non è usuale. Non succede questo, non vanno così le cose.
Insomma, io resto della mia idea: la scelta del format è quella di portare in TV il processo di selezione di un posto di lavoro a tempo indeterminato, in un momento in cui è facile ottenere attenzione dal pubblico su questo tema; purtroppo per farlo è inevitabile stravolgere alcune logiche e adattare alla tv alcuni processi e step che nella reatlà vanno in modo molto diverso.
Mi piacerebbe sapere dopo 6 mesi-1 anno come va la vita della nuova risorsa di Monster, a cui auguro comunque di fare un ottimo lavoro e una lunga carriera.
E per riderci su: Spinoza.it!
Ritengo questo programma uno dei non pochi elementi, ahinoi, che caratterizzano questo sottoinsieme, ampio, della televisione cosiddetto “spazzatura”. Però, come per la spazzatura esiste la raccolta differenziata tra le materie organiche e quelle, inorganiche, che possono anzi essere riciclate, così io penso che questa trasmissione televisiva – nella prima puntata della quale mi sembra non ci sia stato, per rimanere in tema, nemmeno un organismo vivente se non alcuni particolari oggetti biologici (almeno secondo il dogma centrale della biologia) – possa essere riciclata ai fini, per lo spettatore, di un’osservazione, di uno studio e di una serie di conclusioni personali per cui mi accingo a definire la mia. L’ho ritenuta dunque per me utile, perché in questo modo ora so che al supermercato, al cinema, al ristorante, in fila con la macchina al semaforo, sul marciapiede, nel mondo insomma puoi incontrare non solo il falegname, il commercialista, il meccanico, l’istruttore di una disciplina sportiva, il commesso, il ricercatore, il fisioterapista, il trascrittore musicale e quant’altro, ma anche il Telesales Representative!… me cojonssss… THEY LIVE… muhuhuhahahahahah… mmm… mmmm… mmmannaggia alla mannaggia alla mannaggia!!! Innanzitutto, credevo che avrei assistito alla RAPPRESENTAZIONE della realtà, non alla realtà vera e propria e trafugata dove si firma un contratto, udite, udite, in una trasmissione televisiva! Secondo, il tizio lì, Robocop, muove ai candidati (o concorrenti, come vi pare) delle obiezioni ad alcune loro osservazioni che riesce a far passare per delle naturali e ragionevoli affermazioni, è vero, che esistono da ben prima delle loro stesse osservazioni lì esposte: prima ti sfodera che non poche figure manageriali possiedono una laurea in filosofia, poi, sempre dalla parte del manico, ti sfodera che non poche figure dirigenziali possiedono il diploma e non la laurea… che funambolo… è vero, perché la discriminante in questa selezione innaturale – qui dove, a differenza delle altre, naturali e salutari, il colloquio è la parte ponderalmente più importante dal suo inizio inufficiale del nostro primo incontro, dove ci mettiamo anche nei panni del cliente (quanto siamo fichi!), fino alla conclusione in cui viene ufficiato – è la discrimazione e non la meritocrazia; i punti in palio, quindi, caro nostro candidato, non sono né le tue conoscenze, né le tue compotenze né, tantomeno, il tanto decantato talento (ci piace nominarlo, ma è perché non abbiamo altri argomenti), bensì il tuo profilo caratteriale che noi veniamo a spacciarti per un tuo talento e cioè, in altri termini, il fatto se ci piaci oppure no. Vedi, è molto semplice. Tanto che si può inscrivere senza doverlo condensare in una sola puntata televisiva – tanto più se l’assunzione deve avvenire in diretta.
Ammazza che commento.
Letto tutto d’un fiato, interessante…sono d’accordo quasi su tutto…per il resto, spero che anche altri lo leggano. E’ un’opinione in più, da ascoltare perchè porta molti altri spunti di riflessione.
Grazie.
Io ti ringrazio di aver lanciato il primo spunto e di aver messo questo tuo spazio articolato e significativo a disposizione di noi utenti per poter ragionare su un tema così fondamentale. E si devono forse le proprie riflessioni e considerazioni anche a La7, in un certo senso e misura, che volente o nolente ha reso pubblico e manifesto il lato oscuro del problema. Alla prossima, ciao!
Aldo Grasso ha parlato (ed ha stroncato):
http://www.corriere.it/spettacoli/11_febbraio_24/grasso_614b67e8-3fdc-11e0-9e6f-a362a9c0857e.shtml
Anch’io sarei proprio curiosa di vedere tra qualche mese se “l’indeterminatezza” del contratto dei vincitori non ha già subito qualche “determinante” variazione 😉
Anna
mah…per quello credo si possa dire che il posto è reale, vero.
Alla fine si tratta di professionalità di livello intermedio, non di manager. Insomma, talento si, ma mica troppo…le poltrone davvero interessanti non si portano in tv.
Mi chiederei piuttosto come sarà il suo percorso…chissà…
Anch’io ho scritto di questo programma nel mio blog. Riporto di seguito le mie impressioni:
Che dire del programma? Ora come ora sono influenzata dall’opinione espressa da Aldo Grasso su Corriere TV, in cui critica su tutta la linea contenitore, conduttori, ospiti (salva solo l’intento…). E in larga parte concordo: il programma è interminabile e noiosetto, gli “esperti” in studio si riempiono la bocca di frasi retoriche e messaggi motivazionali, all’azienda che mette in palio l’assunzione viene fatta una pubblicità esagerata (Grasso parla di uno spottone che la trasmissione fa alla ditta), il posto di lavoro tanto ambito in realtà è poca cosa… un ruolo da commerciale che deve attirare clienti al telefono!
Ma un aspetto il critico televisivo ha sorvolato, quello per me più significativo: i concorrenti scelti, vale a dire i candidati in cerca di un contratto a tempo indeterminato, che mi sono sembrate figure traballanti, altro che brillanti. Tre ultratrentenni timorosi, impacciati, riverenti… E’ possibile che siano loro i 3 candidati migliori, quelli che hanno superato una lunga e attenta selezione? Se è davvero così che vengono assegnati i posti di lavoro, allora capisco perché i veri talenti fuggono dall’Italia… Comunque, alla fine ha ‘vinto’ la meno peggio, la ragazza dalla personalità più matura e un po’ di esperienza lavorativa alle spalle.
In generale, mette molta tristezza pensare che il premio di un programma tv sia un lavoro, quando di solito si cerca di vincere una palata di soldi per non essere più costretti a lavorare… E’ un altro segnale allarmante dei brutti tempi che corrono. Una società che non offre lavoro ai giovani – giovani (e adulti) che pur di lavorare si fanno giudicare non solo da un potenziale datore, ma dal pubblico televisivo – posti di lavoro mediocri fatti passare per traguardi da sogno… E un contratto che diventa la svolta di una vita, a prescindere dal tipo di occupazione da svolgere.
concordo sulla scelta poco ‘talentuosa’ dei vari pretendenti. Non sul fatto che siano concorrenti…anche se il lapsus subito corretto, ci sta tutto. Siccome si tratta di lapsus molto diffuso, fossi negli autori, mi farei 2 domande a riguardo….
Grazie del commento e della partecipazione.
Vedo che il programma ha smosso un sacco di riflessioni, tutte interessanti. Oggi ho scritto anch’io il mio post su Il Contratto, dopo averne visti cinque minuti. Poi mi è venuto in mente di venire a vedere se qualcuno aveva detto qualcos’altro sull’argomento e direi che c’è un bel fermento. Grazie Fabio per aver sollevato il problema.
Forse l’unico merito del programma è proprio questo. Perché per quel che mi riguarda è un’idea da bocciare. Per almeno tre motivi, i primi che mi sono venuti in mente e che ho scritto nel mio post.
Ciao,
ieri per la prima volta ho visto una puntata del programma e devo dire che mi è piaciuta. Anch’io ho dubbi sulla veridicità del termine del contratto, ma il fatto che il colluquio,per questioni d’intrattenimento, non corrisponda ad un colloquio reale mi sembra una cosa positiva inquanto le persone che si propongono vengono conosciute più approfonditamente e hanno più possibilità di dimostrare le loro capacità.
Come trasmissione mi sembra molto più positiva che i soliti reality, impostata alla stessa maniera,ma con fini più intelligenti e con meno finzione, inoltre lo spettatore può trarne buoni consigli per se stesso.
“In generale, mette molta tristezza pensare che il premio di un programma tv sia un lavoro, quando di solito si cerca di vincere una palata di soldi per non essere più costretti a lavorare… ” Questa osservazione è molto bella Virgoletta l’approvo in pieno…