Parliamo di web e censura. Parliamo di cosa c’è sul tavolo della discussione oggi in Parlamento: il provvedimento a firma dell’On. Fava, già ribattezzato il SOPA italiano.
L’emendamento, consentirebbe la rimozione immediata di contenuti on line su qualunque piattaforma semplicemente per richiesta di ‘un soggetto interessato’. In esso, infatti, si afferma che “nella prestazione di un servizio della società dell’informazione consistente nella memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio, il prestatore non è responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un destinatario del servizio, a condizione che detto prestatore: non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l’attività o l’informazione è illecita e, per quanto attiene ad azioni risarcitorie, non sia al corrente di fatti o di circostanze che rendono manifesta l’illiceità dell’attività o dell’informazione; non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle autorità competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso”. (ilJournal.it)
Ho letto e riletto, ho ascoltato anche un dibattito in radio (Radio24 – 24 Mattino, 25.01.2012) e mi sono fatto un’idea. Secondo me, la ratio della norma mira a proteggere, ma lo fa in un modo poco chiaro. Serve molto alle aziende e ai brand che vengono ‘attaccati’ dagli utenti, prima ancora che a proteggere i prodotti ‘originali’, serve a salvaguardare le persone (meglio se potenti/influenti) dai cyber-attacchi. Serve poco, molto poco, agli utenti.
Nulla è più forte del ‘word-of-mouth’, specie online: nell’era del 2.0, gli utenti online possono decretare spesso l’ascesa o la disfatta di prodotti e brand…nonchè di persone. A volte sui social networks questa possibilità, purtroppo si traduce in un’arma devastante. Ma è stata molte volte, invece, la massima espressione di democrazia.
Questo passaparola, a volte lesivo per le aziende, accade in Italia come in tutto il mondo: la differenza tra noi e il resto del mondo è che da noi, ci si struttura a fatica per interagire con l’utente che ti attacca o ti commenta in modo negativo. Certo, la paura di uscire con le ossa rotte è alta, almeno quanto l’incapacità manifesta di reggere le menzogne, quando ci sono e vengono ‘smascherate’ dal web. Ancora più evidente è la totale inadeguatezza di certi personaggi pubblici, in materia di web. Inutile dire che con la pirateria, questo a poco a che fare, così come la contraffazione, visto che i siti di e-commerce, già eliminano un venditore, quando scopre o viene a conoscenza che vende merce contraffatta.
Leggendo il testo del provvedimento proposto, secondo me viene caricato il Service Provider si una eccessiva responsabilità, quella di rendere inaccessibile, dopo sua valutazione, il contenuto che una segnalazione ha dichiarato lesivo/offensivo/dannoso.
Cioè, se ho capito bene: se noti che un post, come questo che stai leggendo ….è lesivo per te, il tuo brand, un tuo prodotto, la tua persona…o chissà cos’altro, WordPress è chiamata (previa segnalazione) a rimuovermelo. Anzi, potrebbe valutare di analizzarlo e rispondere che non è lesivo, e quindi tenerlo su.
Ma vi rendete conto che leggere e analizzare ogni singolo post/commento/status/… è praticamente impossibile, per chi offre il servizio a milioni di utenti che scrivono migliaia di concetti, frasi, postano milioni di foto al minuto. Senza contare le specifiche di legge attive in Italia. Molto più facile oscurare, cancellare, appena arriva una richiesta, così…tagli la testa al toro.
Certo, questo meccanismo, se è così (e non ci giurerei), aiuterebbe le aziende a reggere le bugie che sparano sui prodotti e a tenere le lamentele o i commenti negativi fuori dalla porta (addio community di utenti).
Ma ancora. Aiuterebbe i politici e i partiti a controllare cosa si dice di loro online (secondo me, il vero obiettivo). Aiuterebbe i Service Provider a farsi amici quella o quell’altra azienda (cosa che forse avviene già), in favore di investimenti maggiori su web: perchè in questo modo il potere nelle loro mani, sarebbe molto più forte. Ri-sposterebbe il centro del potere d’informazione, oggi con il web molto in mano agli utenti, di nuovo solamente nei centri di potere ‘tradizionali’ e nelle mani degli organi di informazione soliti. Tutto questo con la contestuale perdita di potere e uno peggiori risultati: la sottrazione del diritto di espressione che oggi sul web tutti noi abbiamo.
Se sei un utente che non insulta, non diffama né danneggia terzi (persone o aziende), dovresti arrabbiarti molto. Se sei uno che usa la rete per scopi poco onesti, per colpire a destra e a manca…ecco, qualche problema te lo devi porre.
Libero web, sempre, ma sempre in mano a gente col sale in zucca. I controlli (che già ci sono) assicureranno il rispetto della legge. Mai e poi mai rinuncerei a confrontarmi con altri utenti, a raccontare cosa penso di un prodotto o di un personaggio pubblico, anche e sopratutto con la libertà che ho quando lo faccio de visu, fra amici. Certo, nei limiti di legge, ma libero da ogni costrizione.