Salvini, i gattini e la deriva social

Su Facebook e Twitter si fa l’agenda politica

Sappiamo tutti che l’arma più potente in mano a chi sta governando ora il nostro Paese è quella dei social media. In realtà, il web in generale. Questo perchè i social sono di semplice ed immdiato utilizzo, non prevedono alcuna intermediazione nè limite alla comunicazione (anzi!) e perchè raccolgono gran parte della società, cioè dell’elettorato.

Ma cosa accade (o dovrebbe accadere) quando la strategia social di comunicazione per ottenere voti porta i suoi frutti? In teoria, si dovrebbe iniziare ad abbandonare passo passo la presenza spinta su questi media, a favore di una più forte presenza istituzionale. Si dovrebbe cioè limitare la sovraesposizione mediatica, in pratica quello che è stato fatto fino al giorno del voto, in favore di una più lineare comunicazione. Si dovrebbe passare a fare quello per cui si è stati scelti, in modo o nell’altro. Una comunicazione fatta di atti ufficiali, carte, leggi, protocolli …e chi più ne ha, più ne metta… che testimonino come il lavoro per cui la gente (o un Presidente della Repubblica) ti ha nominato, venga finalmente eseguito.

Invece, ciò a cui assistiamo, soprattutto da parte del Ministro Matteo Salvini, è una continuazione della strategia del consenso, propria della campagna elettorale. Una modalità di comunicazione che piace molto agli utenti (e agli algoritmi dei colossi web), perchè parla loro di quello che loro desiderano sentire (non di cosa è stato fatto, ma di cosa andrebbe fatto e di ciò che si promette di fare) o addirittura, piuttosto che dire una cosa impopolare, parlando di web, cerca di costruire ogni messaggio, ogni post, ogni tweet, sulla base dei trend topics.

I social solo per propaganda 

Il picco negativo lo si è raggiunto secondo me con il tweet di Salvini con le foto dei gattini, quelli che definisce “bambini felini” prendendo in prestito l’espressione dalle gattare 2.0.  Donne (e uomini) tanto legati ai loro amici animali, da trattarli come membri bipedi e umani della famiglia. Fra l’altro, con centinaia di like, retweet e commenti.
E non mi riferisco alla campagna web che cercò di affossare i suoi proclami d’odio (così venivano definiti dai detrattori) del 2015, con ‘Gattini su Salvini’. Per fortuna, dopo le prima ondate di giubilo per l’iniziativa del ‘caro leader’, arrivano anche quelli che gli fanno notare l’inopportunità del gesto. Ma qui, mi fermo.

foto di tweet salvini gattini novembre 2018
Crisi con l’Europa per la ‘manovra’ all’orizzonte? Il vicepremier Salvini, twitta foto di gattini

Ecco: pensavo di averle viste tutte, ma mi sbagliavo. L’asticella – verso il basso, sia inteso – del confronto politico, del dibattito pubblico, è costantemente spostata verso il baratro. Forse la mancanza di temi, risposte, progetti concreti e realizzabili…o semplicemente la necessità di spostare l’attenzione su altro, fa sì che un Ministro dell’Interno, pubblichi le foto dei gattini su Twitter e Facebook. E che lo faccia mentre il Paese va verso una delle crisi politiche (e forse economiche) più evitabili degli ultimi anni, visto che a portarci dentro, è stato proprio l’Esecutivo.

Nell’ordine, lo abbiamo visto pubblicare o apparire in:

Nel mezzo, decine e decine di tweet e post, video-dirette e testi conclusi con ‘Condividete’, ‘se siete con me io ci sono, lasciatemi lavorare per il bene del Paese’, o giù di lì… foto in cui mostra partecipazione a trasmissioni o eventi ufficiali, solo dopo aver postato 2-3 foto di come ci andava vestito. Insomma, un’agenda social fittissima, forse a scapito di una politica e ministeriale, un po’ meno fitta. Almeno a vedere i provvedimenti presi e le leggi firmate. Le leggi ‘promesse’ non valgono (come quota 100, per capirci).

Questo tweet, a mio avviso, va nel cesto in cui metterei anche la festa a sorpresa di Fedez al Carrefour,  il video di Gue Pequeno che se lo mena pubblicato per sbaglio, i video di Di Maio che urla all’impeachmentper Mattarella, pochi giorni prima di andare a prendersi l’incarico al Colle proprio da lui, e altre cosette così: il cesto delle figure di merda social.

Un uso sapiente dei new media e del web, non c’è che dire. Che però mostra ogni giorno di più cosa sia più importante per questa nuova classe politica social-dipendente.

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TIM in NAVE e il lieto fine

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fonte: trovaspiagge.it

Viaggiando in nave fra Genova e la Sardegna, questa estate, pur avendo spento la rete dati (al ritorno addirittura spegnendo il cellulare) per evitare spese indesiderate, la TIM mi ha scalato lo stesso una marea di euro.

Secondo i loro registri, avevo navigato grazie all’accordo che hanno in esclusiva con Moby, anche durante le tratte. In sostanza in roaming e usufruendo din una tariffazione particolare.

Ti arriva un SMS (quando sei già molto al largo, magari pure già in cabina e addormentato…ad esempio) ed è lì che tu devi intervenire, se non prima, perchè non ti chiede di accettare, ma ti dice cosa fare, per non pagare servizi indesiderati.

Peccato che io avessi fatto di tutto per evitarlo e che invece, l’opzione TIMinNave si fosse attivata lo stesso (costi spropositati, parliamo di 1,80€ per 100kb…).  Esistono le app che lavorano in background, che tu non pensi stiano consumato bytes. E non sono poche. Ma se spegni la rete dati o addirittura il cellulare….è (in teoria) impossibile che funzionino. Un operatore mi ha detto che avrei dovuto “inibire il roaming 4g”…ma il mio vecchio telefono, manco naviga in 4g. E non sono sicuro che non mi stia perculando.

408a3e099d034b69e80a8300bd5f7d43.pngIl fatto è che la tariffa #TIMinNave non ti viene proposta, non la devi accettare: lei si attiva e sei tu che devi far di tutto per non usufruirne…scusate tanto, ma mi pare assurdo.

 

Morale…? Più di 37 Euro scalati.

 

In entrambi i casi, sbarcato in porto, ho dovuto subito ricaricare, perchè il credito residuo (non ho abbonamento, ma ricaricabile) non c’era e niente dati attivi, quindi niente app, navigatore, internet….nè telefonate. Niente.

 

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Al rientro a casa a fine vacanza, chiedo al centro TIM, chiedo al call center, all’assistenza via web su MyTim, su Twitter e su Facebook. Niente, mi dicono tutti che è ‘colpa mia’, che il cell ha navigato.
Incredulo, cerco in rete se esiste qualcosa su questo palese disservizio (una tariffa che si attiva a costi altissimi, senza che tu non approvi alcunché) e trovo che in effetti qualcosa c’è…
Altroconsumo in particolare, raccoglie nella sezione ‘Reclama Facile’, le segnalazioni ‘contro’ aziende o organizzazioni che semplici cittadini possono fare. Un reclamo semplice fatto da te, passando da loro, diventa ‘più pesante’, ci mettono la loro assistenza e la faccia e ti danno supporto per ottenere il maltolto, se la situazione lo consente.
Ci sono altri che hanno fatto la stessa esperienza: se non ne esco, ci provo.
Invece, dopo giorni di silenzio, dal nulla, via Facebook mi risponde la TIM, dicendo che la mia segnalazione è ‘in lavorazione’. Poco male, finchè non mi danno l’esito, sono ancora incazzatiello. Passano altri pochi giorni e mi arriva il messaggio che mai avrei pensato di ricevere:
“…ti abbiamo riaccreditato 37,80 € sulla tua linea…
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La perseveranza (e la pazienza), quando sai di aver ragione, pagano.

Nonostante la palese ingiustizia di quel servizio, l’idea di lasciar perdere e cambiare operatore era ormai cosa fatta. Invece, tanto di cappello a TIM, che ha bucato l’assistenza in 3 canali su 4, ma studiando a fondo la situazione e verificando, mi ha riconosciuto ragione e maltolto.

Esiste ancora qualcuno serio.

Bella storia.
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