Il potere oscuro delle fake news

Chi mi conosce e chi legge questo blog, sa che sono uno dei più acerrimi nemici delle fake news. Sono contro tutti i tipi di fake: politiche, sociali, animaliste, salutiste, economiche…anche quelle che trasformano le urban legend in cicloni social.

E sono ‘contro’, perchè anche se fanno sorridere (alcune) o indignare, spesso nascondono un fine diverso da quello di far sorridere. Spesso, se non sempre, questi personaggi vogliono usare le pedine (utenti) ignare, ma anche ignoranti, per diffondere la loro idea, la loro visione del mondo o di un fatto specifico, manipolando la realtà, mistificandola o dissacrando. Ecco alcun esempi…
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Spesso infatti, chi le crea e le diffonde, spera che coi siate i viralizzatori, voi vi assumiate l’onere di farle diventare una grande ondata di merda (pure falsa). La loro idea personale, condivisa da altri coglioni come lui/lei, diventa realtà, solo perchè apparso su internet. ‘L’ha detto la tv‘, è diventato ‘l’ho letto su Facebook‘, ma ha sempre il sapore del letame appena prodotto.

Il problema è che nessuna fake news (o bufala, se preferite) è completamente innocua.
Tutte hanno un rivolto psicologico potenzialmente dannoso in chi le legge che, se siamo di fronte ad una persona poco preparata… Da noi accade che una foto sui migranti venga spacciata per vera (o per falsa) e ci siano in entrambi i casi persone che ci credono, senza verificare, senza chiedersi il perchè o se è davvero possibile. Senza dubitare della fonte che la pubblica. Se poi ci aggiungi che alcuni politici e giornalisti, o i cosiddetti opinion leader, marginalmente creino le condizioni perchè quella foto possa essere considerata vera, senza riferirsi ad un caso specifico, il gioco è fatto.

Esistono poi casi in cui si arriva alla tragedia (nelle forme più assurde, ma che tutti capiscono e percepiscono come tale). E’ il caso dell’India, dove il livello di non-eruditi e di povertà è tale, che in certe aree si stanno verificando omicidi efferati: persone che aggrediscono una persona ‘di fuori’, mai vista nella zona o nel quartiere, picchiandola a morte, perchè reputata un ladro di bambini.

La bufala che sta invadendo i social in India infatti recita che

in alcune zone dell’India è giunta una gang di rapitori di bambini. Se si notano forestieri aggirarsi in zone frequentate da minori, bisogna prestare attenzione, sono loro e i vostri bambini non sono al sicuro.

Il tutto accompagnato da un video di sensibilizzazione alla questione.

https://video.corriere.it/video-embed/ffe87f0e-7ef8-11e8-9a5a-8ee160d32254?playerType=article&autoPlay=false&playerType=embed

Corriere.it
E’ bastato questo (e qualche ricamo aggiunto man mano che la bufala si diffondeva) per arrivare a pestaggi a morte di persone giunte da fuori per cercare lavoro, mendicare, ospiti di amici, turisti o passanti nella zona.

L’ultimo caso, 5 morti, arrivati in un mercato per mendicare: uno rivolge la parola ad una bimba, la folla lo nota, si scatena (forte del giustizialismo violento innescato dalla bufala che tutti conoscono), pochi minuti dopo i 5 corpi sono a terra, morti, di calci e pugni.

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“Non accadrà mai qui da noi, lì sono animali”?
Razzismi a parte, ne siete convinti? Magari non questa bufala (anche se la certezza non c’è); vedo continuamente post di avvistamenti di rom, ladruncoli, scippatori, rumeni, furgoni bianchi con targhe riportate che poi…ad una verifica online che può fare chiunque, risultano invece targhe di auto normalissime di persone oneste che ci vanno a lavoro e a fare la spesa e residenti a migliaia di km dalla zona dei fatti…insomma, una stronzata bella e buona.

Dicevamo, …“da non non può accadere, sicuri?”
In realtà, la reazione spropositata, di pancia, pericolosa, basata su una diceria sul web, è già avvenuta. Volete un esempio? Pensate ai vaccini

***

Per un approfondimento sul tema, vi rimando a questo bel post del 2016 apparso su ‘BUFALE PER TUTTI I GUSTI‘:

DIFFONDERE UNA BUFALA SUL WEB PUÒ SEMBRARE INNOCUO, MA PUÒ’ FARE PIÙ DANNI DI QUELLO CHE PENSI.

 

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GDPR. Disastro all’italiana

Dopo un po’ di settimane di silenzio, torno a scrivere qui i miei pensieri.
Lo faccio prendendo come argomento, un tema molto caro a noi tutti, ma di cui quasi nessuno (se non per lavoro) pare si voglia interessare.

Avrete notato che negli ultimi giorni, si sono moltiplicate le mail dai veri servizi a cui siete registrati online, nelle quali vi viene chiesto di esprimere la vostra volontà di continuare a lasciare i vostri dati (quelli che avete fornito a suo tempo) al provider del servizio che avevate sottoscritto, in virtù della necessità che questi ha di contattarvi, schedarvi e fornirvi accesso si suoi prodotti/servizi.

Se non lo sapete, entra in vigore il cosiddetto GDPR (General Data Protection Regulation), in tutta Europa, cioè un regolamento che esplicita una serie di adempienze a cui i provider di servizi devono fare fede, nel momento in cui conservano i vostri dati.
Vi devono informare di quali dati conservano, dandovi anche la possibilità in alcuni casi di modificarli e chiedere di non conservarli, indicando pure chi è il responsabile di questa archiviazione.

Fate bene attenzione a cosa vi viene chiesto, perchè avrete occasione di sapere per la prima volta cosa un’azienda sa di voi. I dati avranno anche una scadenza…cioè, dovrete periodicamente autorizzare ogni provider a conservare i vostri dati.

Io per lavoro, ci sto mettendo la testa da poco, perchè ho chi se ne occuperà per me, ma come utente, è bene capire chi e cosa scegliamo di condividere.

Leggete qualcosa di utile qui: Guida all’applicazione del Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali

Bene, adesso che lo so, che me ne faccio?
Niente, è solo bello sapere che in Italia, il Decreto che recepisce la norma comunitaria NON C’E’ ANCORA, anche se il GDPR entra in vigore domani – 25 maggio 2018.  Sono già pronte invece le sanzioni.

Il commento migliore? Quello di Oscar Giannino in radio stamattina.

 

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