Sono settimane, …mesi, che mi diverto un sacco a leggere i post, gli status e i tweet dei politici e dei loro addetti alla comunicazione.
Mi diverto perchè, a parte qualche esempio notabile, la maggior parte di loro prende questi media sotto gamba o al massimo, come proprio ‘bollettino personale’, un’ANSA di cui sono capi indiscussi. Quindi possono scrivere qualsiasi stronzata, pensando che questa non avrà ripercussioni oppure che si capirà immediatamente il tono con cui è scritta.
Purtroppo, non è così che funzionano i social media. Saperli utilizzare al meglio non richiede solo l’ultimo modello di iPad o una connessione veloce, ma anche un minimo di ‘studio’ del mezzo. Non essendo nati con loro (i social media) dall’inizio, come molti di noi, i politici cadono spesso in fallo. Per questo volevo fare alcuni esempi di situazioni e darne la mia personalissima opinione, tanto almeno qui, sono il capo:o: sono stati ‘costretti’ a farsi un profilo quando era chiaro che vivevano fuori dal tempo, perchè non raggiungevano la stragrande maggioranza degli utenti/elettori, mentre quelli, bellibbelli, si scambiavano opinioni, impressioni e insulti, anche su di loro, in rete. Ed eccoli allora di corsa a farsi la pagina fan, il profilo qui, il blog là, …
Così i primi hanno scelto di entrare nelle reti sociali per lungimiranza, molti altri per opportunità e qualcuno, proprio perchè ne è stato costretto.
A parte i primi, quasi tutti però dimostrano lacune immani, oltre che una discreta codardia, quando dopo un tweet o uno status su Facebook, ‘lanciato il sasso, ritraggono la mano‘.
Donatella Galli – Lega
L’esponente Lega della zona Monza-Brianza scrive uno status Facebook quantomeno poco elegante, in commento ad un’immagine che ‘cancella’ il sud. “Una battuta“, dirà lei.
Non ha fatto ridere. Se la battuta l’avessi fatta io o un altro pierino qualunque, non avrebbe aggiunto nulla alla feccia che c’è in rete.se la fai tu, che sei impegnata in politica, fra l’altro in un partito che della sua ‘lotta per il nord’ fa la sua bandiera, forse era meglio soprassedere e tenerla per sé. La cosa si aggrava perchè quello che questi politici (o tecnici della politica) non capiscono è che se sulla tua pagina fan fai comunicazione politica, cioè la usi per divulgare nel modo più ampio possibile ciò che fai e sei come politico, non puoi poi rubricare uno status del genere come ‘battuta’. Cazzo, è sulla stessa bacheca: un utente legge la cosa come se uscisse un’ansa a tua firma sempre e in ogni caso, non scinde e non vuole farlo. Non è tuo amico, se diventa fan è perchè un tuo elettore o sostenitore, la battuta non la fai agli amici, ma al tuo seguito politico: un mini comizio idiota, insomma. Come si fa a non capirlo? Mi rendo conto che a volte il prurito alle mani si elimina digitando minchiate su una tastiera…lo facciamo tutti, con risvolti differenti.
Non aggiungo nulla sull’immagine fake postata poco dopo, che ha portato la rete a sfogarsi (in modo indegno) e la Lega ad annunciare denunce di querela a chiunque la riprendesse. (btw, fate ridere).
Roberto Formigoni- PDL
Il Presidente ‘quasi uscente’ della Lombardia posta su Twitter una foto scattata a Parigi in cui segnala…forse…di aver immortalato un ufo.
Va detto che, nonostante le diverse visioni della vita (mia e sua) e le relative dichiarazioni (sue) e le parolacce (mie), il buon Formigoni, non usa malissimo i social media. Peccato che in casi come questo, si sia fatto prendere la mano, anche lui, mischiando privato e pubblico.
Se il tuo canale Twitter è seguito anche da molti giornalisti, puoi immaginare da solo cosa accadrà se posti una foto del genere, con un commento simile, no? Dai, sei adulto, va che ci arrivi…Le battute e le allusioni alla famosa fattura mai mostrata, si sono sprecate.
Ma il buon Formigoni non si ferma qui e aggiunge che al suo ‘x’ millesimo follower, regalerà il ‘formaglione’, la ‘forgiacca’…ecc. ecc. Il miglior commento è di Cristiano Militello a R101: “esisteranno pure 40.000 persone che lo seguono e che hanno pure un gusto di merda nel vestire“.
Massimo Bessone – PDL/Lega
Il consigliere veneto decide che è una buona idea postare nella bacheca della tifoseria dell’Hellas Verona, una battuta da bar, fra le più idiote. (partita fuori casa contro il Palermo, per lui, si va in Africa)
Anche lui si dimentica che è anche una carica pubblica, oltre che un giovane tifoso e cerca di liquidare in varie interviste, piovute dopo la rivolta dell’utenza in rete, con “è stato uno sfottò calcistico”. Intanto, tralasciando per un momento di evidenziare la solita commistione fra ‘pubblico e privato’, vorrei far notare al giovane arrampicatore di specchi, che con tutti gli sforzi e i denari spesi per eliminare la violenza dagli stadi, i presidi di polizia, le giornate della solidarietà sportiva, le pubblicità progresso, ecc. ecc. una battuta del genere vanifica tutto, perchè da uno che potrebbe premere sulle istituzioni locali per azzerare il fenomeno del razzismo negli stadi (e a Verona un po’ col nero/terrone ce l’hanno), uno si aspetta un po’ più di sale in zucca. Ma tant’è.
Luigi Marattin – PD (sostenitore Renzi/primarie)
Anche al PD e dintorni, non si fanno mancare le figuracce. Capita infatti che il clima infuocato delle primarie del centrosinistra spingano molti (di tutti gli schieramenti, in realtà) ad usare la rete e i profili social come un pungolo avvelenato, per offendere direttamente un candidato o un altro politico. Certo non è il caso di Marattin, che volendo mandare affanculo Vendola, cerca di rendere in linguaggio aulico l’espressione, per accostarla alla classica ‘supercazzola’ che Vendola fa abitualmente nelle sue dichiarazioni. Peccato ne esca un’allusione poco elegante alle abitudini sessuali di Vendola: la rete s’indigna, lui chiede scusa (credo sinceramente, diversamente da altri).
Rimane il fatto che molti di loro, politici o addetti tecnici a vario livello coinvolti nel dibattito politico, come tutti, pestano qualche cacca. Il punto è che quando lo fanno, spesso, sanno che lo sanno facendo (come quando i leghisti fanno battute razziste), oppure derubricheranno la cosa come un’uscita infelice, una battuta, una goliardata, un attacco hacker.
Potrei stare delle ore a mostrare esempi di come un canale social viene usato molto male, ma non ne ho il tempo. Volevo solo evidenziare che molti hanno ancora da studiare, prima di rovinarsi da soli. Oggi TG e giornali riprendono i tweet dei politici, perchè sono rapidi, senza filtri, fonti sicure di dichiarazioni. Bisogna sempre tenerlo a mente, anche quando, dopo una gaffe, ti verrà chiesto di dimetterti.
Ps: chiudo con una nota che è più un sassolino da togliere dalla mia scarpa.
Vorrei dire ai giornalisti che non l’hanno ancora capita, la differenza di wording quando si parla di social:
Twitter = canale social/community
tweet= un singolo messaggio di Twitter
profilo = la pagina di un utente Twitter
follower = utenti che seguono un altro profilo Twitter
Facebook = canale social/community
Pagina Facebook = genericamente una pagina di Facebook
Pagina profilo = la bacheca di un utente singolo
Amici = utenti collegati a te
Pagina fan = la bacheca di una pagina fan di facebook (anche dedicata ad un personaggio)
Fan = utenti che hanno messo ‘I Like’ ad una pagina (≠ da amico; c’è una grande differenza di base)
Status = un post su Facebook
Non esistono espressioni come ‘sul suo sito Facebook’ (facebook con consente di creare un proprio sito) o ‘ha pubblicato un Twitter‘ (e chi è? un genio. ha ricreato l’intero canale!?).
Non ho voglia né tempo per stare qui a spiegare la terminologia di tutti i social principali, ma almeno queste 4 cose qui sopra, cazzo, studiatevele, almeno voi.
Lascio qui una chicca di tweet di politici palermitani…raccolti dal buon Tony Siino sul blog Rosalio.